Laura Fortin_Testi e Opere

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i liquidi strizzati, la carne solida, l’apparenza estate.
mozzata d’un canto, sazia dall’altro.
la porta chiusa.
affacciarsi è uno schianto. un colpo di fortuna, uno scorno.
l’immagine è bianca, una bocca accogliente, una giostra veloce.
vivo ogni giorno di domani.
qui si abbraccia la piaga comune, o la solitudine.

*

le tue costole mi accadono.
sono il tuo bosco, la tua trama.
il riflesso è il respiro della presenza,
la bocca colma di melograno.

tutto così indelebile,
non si piega.
come una goccia, gonfia, di latte

*

nuda sono più bella.
nel tuo pensiero, quando siamo lontani,
godo.
sorrido con occhi lucidi.
mi commuove il tuo cazzo teso
per i miei giochi sinceri.
mi arrendo all’evidenza del mio pensiero
sono nata gravida
di un noi incerto e multiplo.
la luce è il mio cuore
la mia ruota spezzata.

*

c’è poi questo che chiamano vuoto
somiglia alle strade della mia città di notte
chiuse serrande e insegne ammiccanti
mortaretti silenziosi di peccati veniali
e passioni senza coraggio
e spazi senza appartenenze
questo che chiameremo eros senza pudore
sono le fresche solitudini
solitudini coperte
nel tepore della liturgia.

*

un nodo.
stretto cappio alla tua voglia.
vergata pagina
bianco latte
come la mia pancia
grossa e coperta.
pensieri non a salve
ingovernabili
rumori di respiro
strappati
alle mie proiezioni.
genesi di costole
ai bordi dello scotch
dei nudi seni
mi fanno piangere.

la verità che voglio
è nuda
è presto
non è una preghiera.

*

stasera non rispondo
mi masturbo
voglio una mano che mi conosca
mi apra mi sorregga
le tue voglie no
mi annoiano
tutto mi annoia di te
le tue parole umide, i tuoi capelli radi, la tua polvere
mi spalanchero’ come una quercia
mi spaccherò i reni
duecento e piu’ gocce senza pensare
senza contare la mano che sale
nella direzione del mare dietro
l’ombra di me che mi scopa

 

 

 

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